Namaste :-)
Scusate la latitanza, ma ultimamente famiglia, studio,
lavoro e un’altra marea di impegni hanno richiesto la mia attenzione. Come
ormai sapete, aggiornare il blog per me è una cosa che va fatta quando posso
mettere in quello che scrivo cuore, mente e attenzione al 100%, quindi invece
di scrivere in modo frettoloso, giusto per il gusto di aggiornarlo, preferisco
non scrivere per niente e aspettare momenti di maggiore calma, dove mi posso
godere questi momenti di scambio con voi!
Allora, perché per questo post di oggi ho scelto il titolo: “Diario
di una mamma vegan”? La cosa che mi viene fatta notare più spesso dalle persone
che mi scrivono o che vengono ai miei corsi è che la voglia di mangiare sano ci
sarebbe, ma manca il tempo. Quello che cerco sempre di spiegare è che dobbiamo
superare il preconcetto che ci porta a pensare che un vegano, o chiunque
abbracci un’alimentazione consapevole, nella vita reale non abbia una vita o un
lavoro e trascorra la propria giornata a far germogliare semi, impastare pasta
madre e autoprodurre anche l’aria che respira! Molto spesso questa è un’immagine
“di comodo” che ci autogiustifica dalla nostra pigrizia di abbandonare la
nostra area di confort per abbracciare il cambiamento. Vi svelo un segreto: io
sono vegana. Ho una famiglia. Tre figli. Lavoro. Studio. E, soprattutto, non ho
superpoteri che mi permettono di condurre una vita normale e, allo stesso
tempo, di prendermi cura della mia salute e della mia energia interiore
attraverso una scelta alimentare consapevole. In effetti durante i corsi che
tengo faccio di tutto per trasmettere l’idea che mangiare vegan è molto più
semplice ed economico di quello che si pensi e che forse la cosa più difficile
è scrollarsi di dosso tutti i preconcetti errati che ci sono intorno all’alimentazione
vegan! Quindi il post di oggi e, probabilmente, di alcuni che seguiranno, avrà
proprio questo intento: fare vedere come con semplici trucchi e ricette è
possibile e facile mangiare sano ottimizzando i tempi… per la serie: state
tranquilli che se ce la faccio io ce la possono fare tutti! ;-) Però una cosa ce la dovete mettere voi: la
voglia di divertirvi. Infatti se il cambiamento viene visto come un sacrificio
e non come un gioco stimolante purtroppo partiamo con il piede sbagliato e sarà
difficile che il cambiamento diventi stabile. Cucinare e mangiare devono
portavi gioia, e la gioia che proverete sapendo di fare qualcosa di buono per
voi stessi rafforzerà la vostra motivazione.
Oggi più che ricette vere e proprie vi darò degli spunti,
spero utili, presi semplicemente dalla mia giornata di ieri. Approfittando
della giornata libera, ma soprattutto del fatto che per la prima volta da un
mese il caldo tropicale ci ha dato un po’ di tregua e non mi ha fatta scappare
da forni e fornelli, ho trovato il coraggio di avvicinarmi alla cucina! La sera
prima avevo messo in ammollo la soia per fare il latte e quindi, con l’aiuto
dei cuccioli, abbiamo preparato due litri di latte di soia (in questo post
trovate il procedimento: http://pensierieprofumi.blogspot.com/2012/06/latte-di-soia-fatto-in-casa.html ). Ammetto che fare il latte di soia mi piace non tanto
per il latte di per sé, ma per quello che in teoria è lo “scarto” della
produzione del latte: l’okara, ingrediente versatile e buono (in questo post
alcune idee per utilizzare l’okara: http://pensierieprofumi.blogspot.com/2014/03/ricette-con-lokara.html ). Che si fa con gli scarti? Si buttano via?
Ma nemmeno per idea! Ci si fanno le focaccine e si usano per un pranzo al sacco
sfizioso! Vantaggio del riciclare l’okara per fare le focaccine: basta
impastarlo con uguale quantità di farina, un filo d’olio e un pizzico di sale e
si ottengono delle focaccine saporite, nutrienti e che vanno direttamente in
forno senza bisogno di lievitazione… un bel risparmio di tempo! E adesso
arriviamo al dubbio ricorrente delle mamme vegane: cosa ci metto nel panino se
andiamo a pranzo al mare? Una foglia di lattuga? Allora, qui entra in gioco la
fantasia. Innanzi tutto ricordiamoci che pranzare con un panino deve comunque
essere un pasto bilanciato con tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno. Ieri
abbiamo optato per hummus (in questo post trovate una versione: http://pensierieprofumi.blogspot.com/2012/06/piadine-di-okara-con-hummus-di-ceci.html ), funghi, carote
filangé e una spolverata di semi di lino macinati. Tra l’altro, per risparmiare
tempo, abbiamo sperimentato un hummus acquistato (visto? Anche le mamme vegan
vanno al supermercato!) dal gusto davvero sfizioso, fatto con ceci, avocado e
alga spirulina: ottimo!
Quindi non resta che preparare la borsa frigo con il
pranzo al sacco. Mattonella refrigerante, bottiglia di vetro riempita con l’acqua
del fontanello, focaccine (incartate con uno scottex e conservate in un
contenitore con coperchio), macedonia fatta per utilizzare frutta che stava
diventando “troppo matura” (anche lei conservata in un contenitore di vetro con
coperchio), vaschette e posate non usa e getta.
Pronti per partire, con la
tranquillità di condividere con i bimbi un pranzo sano, leggero, equilibrato e
saporito e con la speranza di trasmettere piccole grandi abitudini di rispetto
per il nostro pianeta!
Dopo il mare siamo tornati a casa perché eravamo a cena da
amici speciali e ci eravamo offerti di portare due frittatine vegan e la torta.
Allora, per quanto riguarda la torta, una super estiva tofucake al melone,
dovrete aspettare il prossimo post perché merita una spiegazione più
dettagliata! Per quanto riguarda le frittate (in questo post trovate la ricetta
base: http://pensierieprofumi.blogspot.com/2012/06/frittata-senza-uova.html e in quest altro una versione più particolare: https://pensierieprofumi.blogspot.com/2018/09/veg-frittata-souffle-al-cavolo-nero-e.html ) l’unica cosa da segnalarvi
è che veramente dovete smettere di mettere limiti alla fantasia e sbizzarrirvi…
altrimenti dove sta il divertimento?!? Questa volta l’ho fatta in due versioni
arricchendola con erbette spontanee e fiori raccolti in giardino: una versione
con lattughino selvatico, parietaria, piantaggine e foglie di silene (prima
sbollentate e poi ripassate in padella con olio e aglio):
e un’altra versione
con foglie e fiori di malva e qualche fogliolina di menta selvatica:
Carine,
vero?
Via, per oggi ho scritto abbastanza. Ci risentiamo con il
prossimo post.
Felici esperimenti a tutti :-)
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